Restauro Crocifissione di Donato Montorfano e dipinti murali della parete ovest e delle volte – refettorio di Santa Maria delle Grazie di Milano
L’interno del refettorio di Santa Maria delle Grazie a Milano, conosciuto più comunemente come “Cenacolo Vinciano” accoglie oltre al capolavoro di Leonardo da Vinci, l’affresco raffigurante la Crocifissione di Donato Montorfano 1493-1495. La parete ovest, che fa da collegamento alle due opere, oggi mostra motivi decorativi ripetuti a ghirlanda, cartigli e finti marmi. I primi, dipinti negli anni ottanta del 1400 e gli ultimi, negli anni novanta dell’Ottocento.
L’intervento di restauro è cominciato con la rimozione della polvere con pennellesse e aspirapolvere. I depositi coerrenti quali particellato atmosferico, ritocchi di interventi precedenti e colla animale utilizzata come protettivo, sono stati rimossi con un tensioattivo anionico concentrato. In alcune zone della parte inferiore del dipinto sono state effettuate iniezioni di malta per consolidamento.
Le analisi diagnostiche hanno permesso di identificare sulla superficie dell’affresco alcune zone cerate. Tecnica probabilmente utilizzata nei restauri del XIX sec per ravvivare e proteggere il colore, è stata rimossa attraverso una miscela di solventi addensati.
Per via delle vicissitudini storiche che il dipinto ha dovuto affrontare (terremoti, bombardamenti, incendi) I piani dello stesso hanno subito degli scostamenti anche di centimentri. Le stuccature che interessano questi punti, dove necessario, sono state rimosse e riproposte con una malta dai colori neutri. La pellicola pittorica è stata poi consolidata con nano calci e i ritocchi condotti ad acquarello per velature o con la tecnica del rigatino a seconda delle porzioni interessate.
Per quanto riguarda la parete ovest il restauro è cominciato dalla rimozione di polveri con pennellesse e gomme wishab. Alcune zone dell’opera, a causa probabilmente di infiltrazioni d’acqua dovute ad un mal funzionamento di una grondaia, risentono della fuoriuscita di sali. Quest’ultimi sono stati rimossi a secco e con impacchi estrattivi di acqua demineralizzata stesa su carta giapponese. Le parti decoese sono stati trattate con le nano calci. La parete è stata ulteriormente pulita con acqua e tensioattivo e le zone di distacco trattate con iniezioni di malta da consolidamento. Il ritocco è avvenuto per velature con acquarello mentre lo sfondato è stato riequilibrato con velature leggere di pittura acrilica.
Il restauro così condotto è stato anche l’occasione per comprendere meglio la tecnica costruttiva degli intonaci e pittorica dell’artista, trovarne i ripensamenti di giornata e di pittura.
Attraverso le indagine diagnostiche e microscopiche è stato possibile avere delle certezze in più su come il dipinto dovesse presentarsi agli occhi dei contemporanei: un luccichio di ori e metalli in un cielo azzurro intenso.