L’ intervento di restauro alla chiesa di fine seicento nel pieno centro storico di Torino, si articola in tre momenti separati:
– il 2016 con il restauro del cupolotto della lanterna, la lanterna, la cupola e il tamburo;
– il 2018 con il presbiterio e l’aula centrale;
– il 2021 con gli altari laterali.
L’incendio avvenuto nel 1944 a seguito dei bombardamenti, i problemi di infiltrazioni d’acqua e le varie campagne di intervento susseguitesi nel tempo, hanno lasciato le superficie del primo lotto in uno stato conservativo precario. Le varie superfici incontrate: dagli affreschi agli stucchi, dai finti marmi in pasta ai dipinti a secco e dagli stucchi dorati fino alle ricostruzioni in gesso sono state preventivamente liberate da polveri con pennellesse e aspirapolveri. Ognuno secondo le proprie caratteristiche fisico-chimiche sono state pulite, consolidate, reintregrate, protette e ritoccate.
Di notevole interesse è stato poter riportare alla luce gli stucchi seicenteschi della lanterna che presentavano ben 6 strati di scialbo.
Il secondo lotto, che ha visto il trattamento di stucchi, marmi, manufatti lignei policromi e dorati ha dovuto affrontare le problematiche derivanti dalla bomba e dall’incendio del dopoguerra. Molti dei materiali hanno visto modificare le proprie proprietà fisico-chimiche al contatto con fonti di calore così alte e insolite. L’intervento ha cercato, in tutte le varie sfaccettature, di mantenere evidente il trascorso storico accidentato che è inscritto nei materiali. Un esempio su tutti la volta a cassettoni esagonali con fiori del presbiterio. La volta, per buona parte ricostruita dopo il crollo della seconda guerra mondiale, è stata liberata dalle ridipinture novecentesche e ottocentesche. Riacquistata l’idea originale della cromia, la volta è stata ritoccata di modo che la parte novecentesca si sposasse bene con quella superstite all’incendio. Non si è voluto nascondere la traccia che il fuoco ha lasciato su queste parti ma, si è cercato di intonare il vecchio e il nuovo restituendo un’idea di quella che poteva essere la cromia originale tenendo conto del passaggio dell’incendio.